RICERCA OPERATIVA E PISTA SPORTIVA IGP & FH

La formazione di un cane da pista, insegnata in modo professionale, non è semplice se si vogliono raggiungere risultati reali di alto valore tecnico e non l'ottenimento di semplici brevetti. Personalmente ho sempre creduto e credo che alla base della didattica pratica debba esserci anche una base teorica solida che affronta lo studio anatomo-funzionale dell'apparato olfattivo, lo studio della formazione dei vari odori e dei vari tipi di terreno nelle varie condizioni climatiche che si possono trovare. Oltre a tali conoscenze è altrettanto importante, nella pratica, avere chiari i moderni concetti attinenti le modalità di apprendimento del cane, le appropriate manualità sul cane e i corretti metodi di una comunicazione bilaterale che conducono all’instaurarsi di una comprensione reciproca e al consolidarsi di un rapporto nel binomio. Quanto sopra, a mio avviso, risulta essere indispensabile per poter capire e scegliere ogni metodo utile e relative varianti durante la didattica. La corretta formazione di una cane da pista deve avvenire in una cornice di segnali capaci di evocare nella mente del cane interesse, piacere e voglia di fare. Questa deve iniziare da esercizi propedeutici che mirano, attraverso la utilizzazione delle capacità innate ( predazione – possessività – combattività aggressività predatoria – curiosità olfattiva e capacità esplorativa), a sviluppare ed ampliare la motivazione che è il vero motore che spinge il cane a volere, con piacere e intensità, eseguire il lavoro di pista, lavoro che lo condurrà alla sua preda finale al suo jackpot. Tutto il lavoro didattico parte e prosegue creando e mantenendo un saldo rapporto comunicativo ed emozionale che creerà coinvolgimento e amplificazione della voglia di lavorare. Da quanto detto sopra, si evince che nel processo di apprendimento – motivazione – rinforzo positivo si crea un CIRCUITO MENTALE DI RICOMPENSA O REWARD SYSTEM ovvero un sistema di rinforzo positivo che fa tendere alla ripetizione del meccanismo al fine di ottenere ulteriori sensazioni di piacere indotte da una particolare sostanza: la dopamina endogena liberata da ogni gratificazione positiva. Pertanto, la dopamina funge da rinforzo ad uno stimolo ed è capace di innescare un meccanismo di vera dipendenza. Il cervello apprende da esperienze positive gratificanti che provocano sensazioni di piacere favorenti la liberazione in circolo di endorfine e successivo rilascio di dopamina. Chi prepara un cane per la pista sportiva non deve pensare solo ai regolamenti ufficiali e limitarsi a questi ma è opportuno proporre un addestramento vario basato sul tipo di metodica didattica e varianti più consona e gradita al tipo di cane in addestramento ( con cibo – senza cibo parziale – totalmente senza cibo– con piccola piazzola di partenza e senza piazzola ) più ampio e articolato spaziando tra varie difficoltà al fine di costruire, nella mente del cane, una esperienza tecnica ed esecutiva. Quindi è importante variare i terreni, le condizioni climatiche, l'invecchiamento della traccia, tracce eseguite in vari modi, attraversamento di strade, varie intersezioni, vari angoli e differenziazioni olfattive su oggetti caldi e freddi e su orme calde e fredde. Queste difficoltà dovranno essere inserite nel programma didattico con gradualità e con consapevolezza da parte dell'istruttore al fine di non presentare problemi tecnicamente senza senso ed evitare di demotivare il cane durante il suo apprendimento.

Secondo il modesto parere personale, non esiste un metodo di addestramento specifico come non esiste un cane uguale ad un altro, esistono vari metodi didattici e varianti ma solo la capacità professionale data dalla conoscenza e soprattutto dalla esperienza reale maturata nel quotidiano con tanti tipi di cani può portare ad una formazione professionale.

Le competizioni non sono garanzia certa di capacità didattica ma frutto di svariati fattori che casualmente possono anche confluire in un risultato sportivo.

E’ importante ricordarsi sempre che non è l’istruttore a stabilire i tempi di apprendimento ma tali tempi li stabilisce il cane e l’uomo li deve comprendere e rispettare. L’addestramento lo si deve impartire con gradualità in relazione al tipo di allievo ed apportare le necessarie varianti metodologiche necessarie per mantenere alta la motivazione e la collaborazione ad apprendere.

Nella valutazione di gara, credo si debba valutare non solo la esecuzione di quanto riportato nei regolamenti FCI bensì una persona realmente competente dovrebbe poter dare il giusto valore anche alla modalità del lavoro eseguito e capire anche i modi di espressione dei singoli

cani, spesso diversi l’uno dall’altro nell’eseguire una ricerca su pista, penso che possa avere un più alto valore una ricerca che esprime chiara convinzione nell’individuare un odore e nel seguirlo con chiara convinzione rispetto ad un lavoro apparentemente ben fatto ma meccanico, senz’anima.

Un piccolo consiglio a chi si accinge a questo affascinante lavoro: cercate di studiare e comprendere il ruolo di docente e cercate di non avere fretta nella formazione del cane. Voler correre nella sua formazione, magari in vista di un brevetto imminente, senza il “consenso” del cane significa rovinare il rapporto e creare demotivazione e destabilizzazione con l’affiorare di stati emotivi di conflitto e possibili azioni reattive dislocate, a volte, di difficile correzione.

Buon lavoro

Giovanni Scandaglia
Police Dog Trainer IGP-FH-IRO

Libreria
Il Mondo Olfattivo del Cane
Edizione : Giovanni Scandaglia

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