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Il soccorso cinofilo

Il soccorso cinofilo

Il soccorso cinofilo

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Il soccorso, in ambito cinofilo, rappresenta forse l’attività più complessa e articolata da svolgere, si basa esclusivamente sul rapporto gerarchico e collaborativo con il cane, e la fiducia reciproca risulta essere l’aspetto fondamentale.

Il cane è considerato come un compagno di lavoro attivo, modellato e capace di esprimere, in collaborazione con il conduttore, un lavoro che non rispecchia in pieno la sua genetica e la sua storia evolutiva.

Per questo motivo formare un cane che rappresenti elevati standard operativi di soccorso non risulta essere sempre semplice.

Le sessioni formative, a cui le unità cinofile devono essere sottoposte, non riguardano solo il cane; il conduttore stesso deve avere un adeguata formazione e conoscenza del soccorso.

Non basta saper lavorare con il cane; è indispensabile avere una formazione calibrata, volta ad incrementare le competenze di ogni singolo conduttore, con lo scopo di creare un binomio pronto per l’impiego in scenari complessi cercando di ridurre al minimo i margini di errore durante una ricerca reale.

Sono impegnato in questa attività da circa 13 anni e in questo cammino che mi ha portato a vivere numerose esperienze di soccorso reale con i miei cani ho potuto constatare che non sempre coloro che sono chiamati ad operare in uno scenario reale hanno le dovute competenze per operare.

Un conduttore oltre ad essere preparato a lavorare in ogni situazione climatica, in ambienti dal punto vi sta orografico completamente diversi l’uno dall’altro, senza fare distinzione se la ricerca della persona scomparsa avviene di giorno oppure durante la notte, deve avere una formazione adeguata.

Tale formazione deve essere volta ad incrementare in ogni singolo soccorritore una adeguata conoscenza della cartografia e degli strumenti che vengono utilizzati per orientarsi durante una ricerca; Elevare le competenze in ambito sanitario per essere di primo soccorso al disperso/paziente, favorire una adeguata conoscenza della psicologia del disperso, e delle tecniche di primo soccorso veterinario, inoltre per ultimo, ma non meno importante, sviluppare le conoscenze delle basi etologiche e la loro corretta applicazione.

Un cinofilo formato è colui che conosce molto bene le tecniche e la metodologia USAR, i sistemi di marcatura vittima e cantiere; indispensabili per essere di supporto ai vigili del fuoco durante gli interventi in ambiente urbano.

Secondo me, le sessioni di addestramento devono essere finalizzate a simulare, nel miglior modo possibile, una situazione reale, rispettando tutte le procedure di sicurezza, sia essa una ricerca disperso oppure un intervento su macerie, con lo scopo di elevare le competenze dei cani creando soggetti stabili ed efficienti durante la ricerca e conduttori qualificati, con lo scopo di ottenere risultati mirati e definiti in relazione agli standard e alle procedure che disciplinano il soccorso.

Sessioni formative possibilmente più simili a situazioni reali generano cani e conduttori efficienti a far fronte a situazioni di emergenza.

Un ruolo importante nel campo del soccorso cinofilo è rivestito da colui che gestisce l’aspetto formativo del cane, il quale in simbiosi con il conduttore deve proporre degli esercizi mirati e personalizzati in riferimento alle singole capacità “tempra – temperamento – possessività – docilità” etc. del soggetto, con l’obiettivo di sviluppare un costante apprendimento cognitivo con aspettative crescenti.

Ogni cane ha una sua personale potenzialità, dovuta alla propria predisposizione genetica e alle esperienze maturate durante la sua vita. Le tecniche di addestramento devono essere finalizzate ad esaltare al meglio le potenzialità del cane.

Formare un cane significa mettere in risalto le doti genetiche del cane, e attraverso la lettura della sequenza degli schemi motori, riconducibili al comportamento predatorio ancestrale, modellare a nostro piacimento le varie fasi di quest’ultimo nell’ottica del soccorso e della formazione del cane da soccorso.

Valutare il carattere del cane con cui stiamo lavorando e personalizzare ogni attività in base al soggetto che ci troviamo di fronte, è secondo il mio parere, la giusta chiave di lettura per avere soggetti stabili ed efficienti che raggiungono un elevato standard operativo nel campo del soccorso.

Il carattere, nei cani come negli altri animali, è il risultato dell’incontro tra componenti ambientali e genetiche, un buon istruttore è colui che riesce a miscelare in modo adeguato la componente ambientale ossia l’esperienza con la componente genetica ovvero la potenzialità del cane.


Toto Brocchi Marco

Istruttore cinofilo Croce Rossa Italiana

Addestratore ENCI- Preparatore cani da Soccorso

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